a cura di: Ufficio Stampa Sorgente

 

Nei mesi che procedono il parto si può decidere di procedere alla conservazione cordone ombelicale del nascituro: si tratta di una scelta importante, di un vero e proprio gesto d’amore nei confronti della propria famiglia. Per far sì che ciò accada, bisogna intraprendere un percorso fatto di pochi, semplici, e importanti passaggi. Vediamoli insieme.

 

Innanzitutto, bisogna scegliere a quale biobanca rivolgersi, tenendo in considerazione alcuni elementi fondamentali: tra gli altri, bisogna valutare la qualità dei servizi offerti, assicurarsi della presenza di certificazioni internazionali (come ad esempio la “GMP”, la più alta certificazione nel campo delle terapie cellulari), interessarsi alla possibilità di stipulare un’assicurazione che tuteli le famiglie contraenti nel caso in cui si verifichino problemi di insolvenza.

 

A questo punto, bisognerà compilare i documenti necessari a ottenere il nulla osta per l’esportazione delle cellule staminali prelevate dal cordone: per fare ciò, ci si deve rivolgere alla direzione sanitaria dell’ospedale in cui la madre andrà a partorire, che si preoccuperà di fornire tutti i documenti.

 

Nel frattempo, la biobanca spedirà alle famiglie il cosiddetto “kit di prelievo” che comprende il materiale informativo e gli strumenti necessari alla raccolta del sangue cordonale. Un termometro interno al contenitore servirà a indicare la temperatura comunicandola all’esterno tramite un’unità elettronica, al fine di garantire le migliori condizioni di conservazione. Qualora essa lo preveda, un tutor incaricato dalla biobanca affiancherà i genitori nella gestione degli aspetti burocratici, mettendosi a disposizione per qualsiasi domanda o chiarimento.

 

Al momento della nascita, bisognerà ricordarsi di portare con sé il kit in ospedale e consegnarlo al personale medico che si occuperà del prelievo del sangue nei momenti immediatamente successivi alla nascita. Con una telefonata si informerà la banca dell’avvenuta nascita; tramite un corriere essa si preoccuperà di prelevare e consegnare il campione al laboratorio di analisi dove, con esami approfonditi, si valuteranno parametri importanti quali il volume e la vitalità delle staminali raccolte dal cordone. Il campione verrà dunque preparato per la crioconservazione a -196°C nei biocontainers.

 

Ai genitori verrà inviato un certificato che servirà a garantire loro che le staminali del cordone saranno conservate nei modi e nei tempi previsti; questo documento sarà inoltre necessario per richiedere al Ministero della Salute l’autorizzazione all’importazione entro i confini nazionali.
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