Di telemedicina si parla ormai da anni, ma stranamente durante un periodo come quello che stiamo faticosamente attraversando, in cui tutti, loro malgrado, hanno familiarizzato con termini medici, se ne sente parlare meno. Senza dubbio sono oggi altri i topic del momento, come l’indice di trasmissione del virus, i vaccini, i dispositivi di protezione, ecc.

In realtà, in un momento come questo in cui gli spostamenti sono limitati e spesso le strutture mediche sono fortemente sotto stress, la telemedicina potrebbe fare la differenza e in molti casi la fa. Si parla moltissimo di didattica a distanza, di smart working e in generale di tutte le attività, che grazie alla tecnologia si possono svolgere a distanza, spesso da casa, limitando quindi i rischi di contagio. La medicina è tra queste.

L’ambulatorio smart di Gipo è un buon esempio di tutto questo. Le soluzioni software permettono da anni a medici ed operatori sanitari di operare anche in smart working, ma ora più che mai questo è diventato un tema di stringente attualità. Nel tempo tutti i prodotti per la gestione di ambulatori e studi medici, si sono spostati su web, permettendo un facile e rapido accesso, da qualsiasi dispositivo, ovunque ci si trovi. Si può sempre avere accesso ai dati e assistere quindi al meglio i propri pazienti. Il tutto naturalmente con la massima attenzione ad importantissime tematiche come quella della sicurezza e della privacy.

Quando nasce la telemedicina?

La storia della telemedicina è piuttosto interessante, ma conosciuta da pochi. Questa disciplina include vari servizi sanitari che utilizzano tecnologie della comunicazione e dell’informazione per l’erogazione di servizi di assistenza sanitaria, in situazioni in cui il medico e il paziente non si trovano nello stesso luogo.

La nascita della telemedicina non è recente quanto si possa pensare, risale infatti al 1906, molto prima della nascita di internet e delle tecnologie, come la telefonia cellulare, che ormai fanno parte integrante della nostra quotidianità. La nascita della disciplina viene infatti ricondotta all’invenzione dell’elettrocardiografo. La telemedicina fu poi usata, sempre più ampiamente negli Stati Uniti, a partire dagli anni ’60, per la valutazione dei parametri vitali degli astronauti durante le loro missioni.

Risale al 1993 la fondazione l’American Telemedicine Association, associazione americana che si occupa principalmente di ricerca, oltre che dell’applicazione della telemedicina in vari contesti. In Italia invece si è iniziato a sfruttare la telemedicina effettuando elettrocardiogrammi a distanza, già dagli anni Settanta, mentre dagli anni Novanta sono iniziati i primi veri e propri video consulti medici.

A cosa serve la telemedicina e perché il Covid dovrebbe farne aumentare l’adozione

La telemedicina non sostituirà, probabilmente mai le classiche prestazioni sanitarie, ma senza dubbio può affiancarle in molti casi e rendere più smart. Uno dei suoi obiettivi è la prevenzione, può rivelarsi molto utile ad esempio per i soggetti a rischio diabete o per tutti quei soggetti con patologie croniche che vanno costantemente monitorate. Poter effettuare questo monitoraggio a distanza aumenta le performance dello stesso e migliora la qualità di vita del paziente.

La telemedicina viene poi sempre più impiegata per la diagnosi a distanza e anche per la valutazione della terapia e l’andamento della stessa, fino alla prognosi. Viene oggi impiegata anche nella riabilitazione e in una gamma di servizi sanitari sempre più ampia ed articolata, come il monitoraggio della pressione arteriosa.

In un momento come quello che stiamo vivendo, nel quale spesso è sconsigliato recarsi in ospedale o nell’ambulatorio del proprio medico, poter essere monitorati a distanza è senza dubbio una bella comodità, oltre che un vantaggio sul fronte della sicurezza, sia per i pazienti che per gli operatori sanitari.