Tutti noi ci troviamo ad avere a che fare quotidianamente con il senso di fame e all’opposto, con un senso di sazietà che ci lascia appagati. Ma da cosa derivano tali sensazioni e come vengono messi in atto dal nostro corpo? Vediamolo insieme al biologo nutrizionista a Udine, Mauro Meloni

È sempre una questione di ormoni

Sia la fame che il senso di sazietà sono regolate a livello dell’ipotalamo, una regione del nostro cervello a cui arrivano ormoni dai tessuti periferici (intestino, stomaco, pancreas e adipociti). In poche parole l’ipotalamo fa da centro regolatore, attivando differenti azioni, alcune che spingono ad assumere cibo, e altre che invece ne inibiscono l’assunzione. Quando la risposta dell’ipotalamo non è “ideale” si può incorrere in alcune condizioni metaboliche come sovrappeso e obesità. In questo caso sarebbe opportuno ricorrere ad alcuni comportamenti alimentari che permettono una migliore gestione del senso di sazietà e di fame. Vediamo ora come funziona questo delicato meccanismo.

Il meccanismo che ci spinge a mangiare troppo o troppo poco

Ci sono due teorie che danno una spiegazione a perché noi cerchiamo il cibo. La prima viene definita “glucostatica”, la seconda “lipostatica”. Secondo la prima teoria, i bassi livelli di glucosio nel sangue portano ad una produzione di insulina più bassa, con un aumento invece della grelina (il cosiddetto “ormone della fame”). La grelina, raggiunto l’ipotalamo, spingerà a mangiare di più. Dopo aver mangiato si genera, di contro, un altro ormone, quello della leptina o “ormone della sazietà”. La seconda teoria invece non si concentra sul glucosio quanto invece sui lipidi. Quando cioè si ha una carenza di massa grassa oppure quando si è digiunato a lungo, gli adipociti, visto anche un minore apporto di insulina, non producono più molta leptina, ed ecco che l’ipotalamo invia il segnale della fame.

Gli ormoni che regolano fame e sazietà: leptina, grelina e insulina

Da ciò si può dedurre che sono tre i principali ormoni attori nell’intervallo fame/sazietà: grelina (fame), leptina (sazietà) e insulina (fame/sazietà). A questi tre attori principali possono poi essere affiancati dei mediatori chimici che possono avere una funzione anoressizzante oppure oressigena (cioè tolgono la fame o la fanno venire). Tra i primi ricordiamo la colecistochinina, il CART (Cocaine-anphetamine-regulated), l’Enterostatina, i melanostimolanti e i peptidi PYY o YY. Tra i secondi abbiamo invece l’Ipocretina oppure Orexina, l’MCH o ormone della melanina, la Galanina e i neuropeptidi Y o NPY.