La sclerosi multipla è ancora oggi considerata come una delle malattie più insidiose e misteriose, sulle cui cause si sa ancora poco.
Nel corso di questi anni è indubbiamente vero che sono stati fatti numerosi passi in avanti sia per quanto concerne lo studio della malattia sia per quanto riguarda le possibili novità per la cura sclerosi multipla.
Proprio di recente è stata pubblicata un’interessante studio sulla rivista medica “Finctional Neurology”, intitolato “Prevalenza di anomalie venose extracraniche: risultati da campione di 586 pazienti con sclerosi multipla”.
Secondo le ricerche di una gruppo di studiosi polacchi coordinato dal dottor Marian Simka, l’obiettivo principale di questo studio era quello di valutare la prevalenza dell’insufficienza venosa cronica cerebro spinale, CCSVI, in una coorte non selezionata di pazienti colpiti da sclerosi multipla.
Circa 586 pazienti effettivamente colpiti da questa malattia sono stati sottoposti a venografia con catetere delle vene giugulari interne, delle vene brachiocefaliche e della vena azygos e al termine sono stati considerato come patologici i seguenti risultati:
- Assenza di deflusso
- Deflusso rallentato
- Inversione della direzione di flusso
- Dilatazione prestenotica
- Deflisso attraverso collaterali
- Ipoplasia
- Agenesia
- Restringimento significativo della vena
Queste anomalie sono state riscontrate su 563 pazienti, ovvero il 96,1%, risultato che ha indotto gli studiosi a concludere che le patologie venose sono strettamente legate alla sclerosi multipla, sebbene resti ancora da definire la rilevanza clinica di questo fenomeno.
Da sottolineare come le conclusioni raggiunte dal team di studioci polacchi non faccia altro che confermare i precedenti risultati pubblicati dal prof. Paolo Zamboni, smentendo contemporaneamente alcune indagini condotte con metodologie non standardizzate che contraddicevano le ipotesi di Zamboni.