Si sente spesso parlare di piorrea, ma in pochi sanno veramente di cosa si tratta e quali siano le sue conseguenze. Partiamo sottolineando come la piorrea, detta anche patologia parodontale, non è altro che un’infiammazione che ha carattere degenerativo che va a colpire il parodonto. Quest’ultimo corrisponde a quel gruppo di tessuti che vanno a garantire il supporto necessario ai denti, tra cui gengive, legamenti parodontali e osso alveolare.
Nel caso in cui tale malattia non dovesse essere curata in maniera adeguata, ecco che può avere conseguenze anche particolarmente spiacevoli e gravi, come ad esempio la perdita dei denti, anche qualora questi ultimi siano in condizioni eccellenti. Il motivo è strettamente legato al riassorbimento dell’osso che avviene in modo progressivo, così come del tessuto gengivale. Andando a mancare il sostegno necessario, ecco che i denti vengono persi. Quindi, per curare malattie parodontali, è necessario sempre e comunque intervenire con dei trattamenti preventivi, che vadano a evitare che la patologia possa sfociare in forme gravi.
Le cause della piorrea
Sono diverse le cause scatenanti che possono portare all’insorgere della piorrea, e possono avere carattere sia congenito che acquisito. Nello specifico, si tratta del fumo, di malocclusioni, delle placche batteriche, di una cattiva igiene messa in atto nella vita di tutti i giorni, un’alimentazione completamente errata, una certa predisposizione a livello genetico, ma anche il diabete, così come altre patologie di carattere sistemico.
I sintomi
Uno dei vantaggi nella cura di tale patologia prevede, senza ombra di dubbio, la necessità di rilevarla con una certa immediatezza. Il problema principale è che, nella sua fase primaria, tale patologia presenta uno sviluppo completamente senza sintomi.
Con il passare del tempo, però, ecco che vanno a insorgere tutti quei sintomi che sono tipici della piorrea. Prima di tutto si tratta dell’alitosi, un cattivo odore che di solito arriva dalle tasche parodontali, ovvero dei vuoti sotto le gengive in cui vanno a depositarsi non solo il tartaro, ma anche la placca.
Tra gli altri sintomi che possono insorgere con una certa frequenza troviamo la recessione gengivale, gli ascessi e i gonfiori alle gengive, ma anche il sanguinamento delle stesse. Infine, ecco che può succedere di avvertire anche un notevole dolore, oltre che difficoltà a masticare, senza dimenticare come i denti acquisiscono una mobilità eccessiva.
La cura della piorrea
Non bisogna affatto sottovalutare la piorrea, che si può catalogare come una patologia grave, che può sfociare anche in forme decisamente aggressive, non solo per l’evoluzione, ma anche per le conseguenze che può portare in dote. In ogni caso, si può diagnosticare in modo tempestivo, curandola in maniera eccellente e con degli ottimi risultati anche quando si trova in stadi piuttosto avanzati.
Con il passare del tempo, sono state sviluppate diverse tecniche all’avanguardia, che offrono al contempo anche la possibilità di tenere molto più sotto controllo i pazienti, anche e soprattutto quelli che hanno delle compromissioni parodontali piuttosto gravi, che portano al riassorbimento osseo fino al 60-70%. Tali tecniche consentono di conservare i denti nella loro sede per diverso tempo.
È abbastanza facile intuire come i due trattamenti più semplice che possono aiutare a prevenire questo tipo di patologia corrispondono alle sedute costanti di igiene in uno studio dentistico, ma anche curettaggi o scaling, in maniera tale da poter eliminare il tartaro che si va a formare e depositare al di sotto delle gengive.
Nel momento in cui la piorrea si manifesta in modo meno grave, ecco che i trattamenti sopra indicati bastano per poter garantire la guarigione rispetto alla malattia. Invece, negli stadi più avanzati è necessario intervenire chirurgicamente. Ci sono diverse tecniche che possono essere adottate: si va dalla chirurgia resettiva fino a quella rigenerativa.